Rotta

domenica 16 settembre 2018

"Dieci capitoli di nulla"



La saga di Wano è vicina a raggiungere il decimo capitolo, un traguardo irrilevante se ripensiamo all'andamento delle saghe di Whole Cake Island, quartier generale dell'Imperatrice Big Mom, e di Dressrosa, motore dei macro-eventi attualmente in corso. Ci troviamo in un lungo tratto di mare governato da forze ben definite e tra le più importanti e potenti a livello globale ed è quindi prevedibile che le avventure nel quartier generale dell'Imperatore Kaido possano durare ancora a lungo.

L'editor del manga ha recentemente affermato che il capitolo 917 permetterà agli eventi della saga di Wano di entrare ufficialmente nel vivo. Nonostante questa dichiarazione, non mi sento tuttavia di considerare questi primi capitoli introduttivi superflui o meramente dovuti.
Le poche volte che ho avuto la possibilità di esprimermi riguardo la saga di Wano, ho ampiamente elogiato la lunga presentazione congeniata per essa. Wano Country è un luogo che portiamo nel nostro bagaglio dai tempi di Thriller Bark, con la presentazione del samurai-zombie Ryuma. Da allora, i riferimenti e le nozioni riguardanti questa mitica terra dei samurai non hanno fatto che aumentare di numero, elaborando un tessuto di informazioni base prima ancora di mettere effettivamente piede sull'isola.

Inizialmente credevo che questo approccio, che spero si concretizzi anche per la mitica terra dei giganti, concedesse a Eiichiro Oda di evitare totalmente i capitoli introduttivi dedicati alla scoperta dell'isola e delle sue tradizioni, dedicati al worldbuilding.
Sarebbe stato un fine comprensibile, visto che dall'entrata nel Nuovo Mondo vi è stato sempre meno spazio all'esplorazione puramente ludica delle nuove isole. La scoperta di attività, di sapori, di usi e costumi diventa superflua in una narrazione che possiede obiettivi definiti, precisi e ben delineati. Luffy e i suoi compagni non si ritrovano più a dover sgominare il despota di turno che intralcia – per così dire – il loro cammino, bensì sbarcano sulle isole col preciso intento di attentare alle più alte cariche politiche e militari del Nuovo Mondo. L'avventura è venuta meno in favore di un'azione sfrenata atta a raggiungere la conclusione finale del manga. Finito questo ciclo di avventure non ce ne sarà un altro, dopo la ricompensa finale non inizierà un nuovo capitolo delle avventure degli Straw Hats.

Eppure Oda ha deciso di non crogiolarsi su questo considerevole sostegno narrativo. Difatti, capitolo dopo capitolo, Oda dimostra di volerci presentare pienamente il Paese di Wano, il quartier generale di Kaido, l'isola ispirata alla sua terra natia. Senza dimenticare, ovviamente, gli eventi cardine della saga.
Abbiamo quindi il tempo di assistere a un incontro di sumo, sport nazionale di Wano, mentre veniamo informati del sistema gerarchico che vige in questa terra e dei motivi per cui il villaggio di O-Tsuru è ripudiato dalla popolazione locale. Questo è solo un esempio che riporta inevitabilmente alla memoria vecchie saghe come Alabasta, dove ci prendevamo il lusso di attraversare un intero deserto pieno di insidie mentre Bibi spiegava i repentini cambiamenti climatici avvenuti in alcuni territori con la comparsa di Crocodile. Assolutamente niente a che vedere con Dressrosa che, per seguire la linea narrativa di cui sopra, si è limitata a presentarci in un unico capitolo e in un unico ristorante tre piatti tipici, fate e ("non ti dico che è") il terzo Ammiraglio ("anche se ha la il viso di un attore giapponese famosissimo"), con tanto di prima divisione della ciurma. E se per Dressrosa posso anche accettare eventuali contestazioni in quanto saga peculiarmente votata al caos, mi rimane ancora l'amaro in bocca per Whole Cake Island che si è limitata a farmi sapere che se un'isola dell'arcipelago si chiama Parmigiana Island o è fatta di parmigiana o produce parmigiana – punto.

Superfluo sarebbe decantare ulteriormente questi primi intensi e preziosi capitoli della saga di Wano, che continuano l'efferata cavalcata iniziata a Punk Hazard pur concedendosi il tempo di giocare con le novità proposte. Basterebbe il contrasto tra i promettenti personaggi di O-Tama e O-Kiku e il grottesco esercito di Kaido per descrivere il dualismo di intenti proposto in questi neanche dieci capitoli.

1 commento:

  1. Non seguo più, come sai.
    Quindi non ho idea della cosa. Ricordo il samurai fantasma/zombie, che poi era un personaggio di un altro manga di Oda (giusto?), mi piace questa cosa... significa che, almeno per qualcosa, l'autore ha delle piste prestabilite.
    P.s. è migliorato ancora di più nel disegnare gli ambienti... :)

    Moz-

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