Rotta

sabato 28 marzo 2020

Ma siamo scemi a non aver capito chi era la spia!?



Il gruppo dei Nove Foderi Rossi è stato recentemente scosso da un'importante rivelazione. La figura di Kanjuro trova nuova collocazione all'interno della storia e l'impronta data da Oda ci induce a pensare che Kanjuro sia un personaggio la cui costruzione si legherà ad alcuni dei risvolti principali della trama. Tuttavia, la grande rivelazione ci permette anche di rianalizzare ciò che è stato finora il percorso del personaggio. Con la rilettura di alcuni passaggi sembra ora lampante che la spia non potesse essere che lui, eppure se finora Kanjuro è passato inosservato a molti di noi non si può che imputare alla buona costruzione che Oda ha dedicato alla figura e al ruolo della spia.

Attualmente è difficile esporre un'analisi concisa su Kanjuro, in quanto si tratta di un personaggio la cui trattazione è stata aspramente troncata e che, ipoteticamente, potrebbe portare a continui ribaltamenti all'interno della narrazione. Il solo fatto di essere conteggiato come nono Fodero dalla profezia di Toki rappresenta, almeno simbolicamente, l'idea di un percorso di redenzione ben preciso che lo coinvolga come individuo singolo e come appartenente alla famiglia Kurozumi. La sua stessa natura di attore potrebbe portarci a pensare che la messinscena sia più grande di quel che Kanjuro stesso crede. Kanjuro fa intendere che la sua prestazione attoriale fosse circoscritta al solo ruolo concessogli da Orochi, eppure il suo incarico continua con il rapimento di Momonosuke e lui stesso si dimostra impaziente di mettere in atto il grande colpo di scena all'interno della narrazione. L'arrivo di Luffy, inoltre, sembra sconvolgerlo particolarmente, come se questa azione fosse l'unica realmente senza un copione da seguire; e a voler momentaneamente sovrinterpretare potremmo pensare che Kanjuro sia anche infastidito che le tre Supernove gli abbiano rubato il colpo di scena decisivo. Insomma, Kanjuro è un personaggio dalle infinite sfumature e abbiamo la necessità di conoscerlo più a fondo per poter comprendere meglio i suoi pensieri e le sue azioni. Kanjuro è un personaggio che, potenzialmente, potrebbe arrivare anche a rompere indirettamente la quarta parete ed essere inconsciamente consapevole di chi siano i protagonisti, gli antagonisti e le comparse di questo grande teatro.

Le uniche componenti del personaggio pienamente affrontate in questo momento dell'opera riguardano la costruzione e la gestione narrativa del ruolo della spia. Sono stati in molti a sentirsi degli stupidi per non aver pensato da subito che Kanjuro potesse essere la fantomatica spia, dato che è l'unico personaggio che visivamente richiama l'attore teatrale, ovvero colui che interpreta un ruolo differente dalla sua persona. Ma non è necessario essere così duri con se stessi, in quanto ognuno di noi dispone di un bagaglio culturale o di un approccio alla lettura differente gli uni dagli altri. Io stesso (nonostante un tentativo di ipotesi dovuto a una semplice deduzione logica basata sugli eventi) non avrei mai potuto capire che Kanjuro fosse la spia per il semplice richiamo all'attore di kabuki. Questo perché io vedo dei riferimenti a figure attoriali anche, per dirne una, in Kiku. Seguendo il ragionamento del "è un attore, pertanto sarà la spia", io avrei potuto sospettare addirittura di Kin'emon. Non mi dilungherò ora per spiegare quali siano i riferimenti che hanno "corrotto" la mia percezione e la mia esperienza di lettura, ma ne approfitto per tentare di illustrare un altro piano su cui Oda, mentre alludeva con la componente estetica di Kanjuro, agiva per tessere la trama della spia: ovvero il piano narrativo.
Osservando oggi l'operato di Eiichiro Oda dall'introduzione di Kin'emon all'ultimo dei Foderi Rossi presentato, possiamo notare come ognuno di questi personaggi ricopra un determinato ruolo all'interno della narrazione. Il primo Fodero presentatoci fu Kin'emon, colui che potremmo definire la guida spirituale dei Nove Foderi nonché colui che si spacciava per il padre di Momonosuke, il figlio del daimyo Oden. Kanjuro fu esattamente il secondo Fodero presentato da Oda e il suo ruolo all'interno della storia è quello della spia, dell'informatore agli ordini di Orochi. Tuttavia, prima degli ultimi due capitoli – quindi da Dressrosa ai primi atti di Wano – il ruolo di Kanjuro è stato esclusivamente quello de "la spalla di Kin'emon", "il compagno di Kin'emon". Kanjuro era un personaggio che non disponeva di una propria dimensione, di un proprio ruolo all'interno della narrazione. Questa non è una caratteristica di per sé determinante, la presenza di un semplice compagno caratterizzato esclusivamente sull'esigenza di far numero è una scelta comune e per nulla rilevante. Inizialmente il gruppo di Kin'emon era composto anche da Raizou, il personaggio che narrativamente si colloca a protezione e introduzione di un Red Poneglyph. Anche Raizou, pertanto, aveva un proprio ruolo e una propria dimensione narrativa, tuttavia, ancora una volta, l'assenza di un ruolo degno di nota per Kanjuro era irrilevante e riconducibile all'esigenza di cui sopra. Giunti a Wano, però, il gruppo dei Nove Foderi Rossi cominciava a prendere forma e ogni personaggio acquisiva la propria funzione: Inuarashi e Nekomamushi erano tra i protagonisti della saga di Zou che introduceva la ciurma di Kaido e altri importanti elementi quali Zounisha; Kiku ebbe un ruolo centrale nei primi capitoli della saga che intrecciavano il tessuto socio-politico dell'isola; Ashura Doji è stato fondamentale per comprendere le lotte avvenute nel paese e la disillusione creatasi durante l'assenza di Kin e Momo; Kawamatsu si occupò inizialmente di Hiyori e si impegnò nel procurare le armi per la futura ribellione. Giunti a questo punto, gli ultimi a non avere ancora una collocazione all'interno della narrazione erano proprio Denjiro e Kanjuro. Su Denjiro verteva ancora il mistero di dove fosse finito (tra teorie rivelatesi corrette e presunti collegamenti col maestro di Zoro), ma per Kanjuro poteva diventare sospetta l'assenza di un ruolo narrativo: dilungare ulteriormente la questione della spia avrebbe potuto minare la copertura del personaggio agli occhi del lettore. Risulta quindi interessante notare come Oda abbia deciso di confermare il collegamento tra Denjiro e Kyoshiro proprio il capitolo precedente alla grande rivelazione di Kanjuro, ovvero come Oda abbia deciso di presentare e collocare in narrazione l'ultimo componente dei Nove Foderi Rossi giusto un attimo prima che "la spalla di Kin'emon" prendesse dimensione e rivelasse la propria funzione all'interno della storia.

Quanto riportato è una mia semplice osservazione dovuta al mio approccio naturale alla lettura, ma sugli aspetti narrativi della gestione della spia sono state riportate dai lettori altre interessanti osservazioni. Per esempio, durante la fuga dei Nove Foderi Rossi dal luogo della loro esecuzione, che tramite vignette di flashback ci ha permesso di ricordare a sommi capi l'incontro tra Oden e ogni singolo Fodero, a molti era tornato in mente come Kanjuro fosse l'unico dei Foderi a non aver seguito Oden per un motivo preciso (semplicemente si arrese dopo averlo incontrato). Tra l'altro, aggiungo, nell'incontro tra Oden e Kanjuro venne citato il fatto che quest'ultimo creasse e rivendesse pennelli (fabbricati con capelli rubati). La questione dei pennelli richiama un altro elemento di design del personaggio a cui veniva maggiormente ricollegato agli inizi del suo viaggio con i Mugiwara, più di quanto non fosse identificato con la figura dell'attore. Infatti, inizialmente, Kin'emon, Raizou e Kanjuro non rappresentavano altro che tre figure basilari (e stereotipate) dell'immaginario iconografico riguardante il Giappone: Kin'emon rappresentava il samurai, Raizou era il ninja e Kanjuro richiamava i praticanti delle arti raffigurative e calligrafiche (supportate ironicamente dalla poca precisione di Kanjuro su cui invece si basano l'ukiyo-e e lo shodo).
A questo punto della storia è lampante come la questione della spia fosse tra le basi di sceneggiatura preparata da Eiichiro Oda per la macro-saga di Wano, tanto che adesso è possibile anche ricollegare la rivelazione di Kanjuro a vignette presenti addirittura a Dressrosa.

Dopo questa lunga trattazione, risulta lodevole la maniera con cui Oda ha costruito questo passaggio della narrazione. Come dicevamo qualche paragrafo addietro, ognuno di noi si approccia in maniera differente alla lettura e il nostro metodo o le nostre conoscenze pregresse possono corrompere la visione di un determinato ambito o piano di lettura.
Eiichiro Oda è probabilmente uno degli autori attuali che più eccellono nello stratificare le informazioni ed elaborare piani di lettura che possano stimolare ognuno dei suoi lettori (non è certo un caso che ONE PIECE sia il manga più seguito per fasce d'età). Anche in quest'occasione possiamo osservare come abbia ragionato in maniera ampia e diversificata il personaggio e la svolta inerente la spia di Wano. La particolarità della costruzione si nota anche grazie agli elementi di dubbio che Oda inserisce all'interno dei livelli di lettura. Perché possiamo parlare dell'aspetto di Kanjuro, dei riferimenti interni del personaggio, di cosa lo differenzia dagli altri Foderi, di logicità dovute alla trama e di come si stato gestito all'interno della narrazione, ma nessuno di questi parametri permette di capire in modo lapalissiano la verità indiscussa prima di giungere al capitolo della rivelazione (o poco prima). Prima del capitolo 974, l'ipotesi che la spia fosse Kanjuro presentava alcune lacune e lo stesso grado di sfumature delle ipotesi riguardanti Raizou, Tsuru, Shinobu o eventuale nuovo personaggio-ombra.

A questo punto viene da chiedersi: cosa rimane della costruzione di Kanjuro ora che sappiamo la verità?
Abbiamo detto che è un personaggio molto promettente, per certi versi potrebbe essere quel personaggio risolutivo capace di trattare in maniera unica e definitiva il tema del doppio che accomuna moltissimi personaggi di Wano. E il fatto che sia un personaggio potenzialmente molto importante per gli eventi lo suggerisce anche il modo in cui Oda, una volta messa in pratica e conclusa la costruzione inerente la spia, crea immediatamente un nuovo schema, un nuovo modello in cui calare il personaggio di Kurozumi Kanjuro.
Scoperta l'identità della spia, scoperta l'identità di Kyoshiro, immediatamente Kanjuro si lega a doppio filo con Denjiro. Sono bastati due capitoli per definire le linee guida dei due personaggi e il modo in cui si contrappongono all'interno del gruppo dei Nove Foderi Rossi. Il parallelo che intercorre tra le due figure parte proprio dalla loro posizione narrativa: Kanjuro è un Kurozumi tra i Kozuki, Denjiro un Kozuki tra i Kurozumi. Kanjuro interpreta un membro della famiglia Kozuki comportandosi nella maniera in cui un Kurozumi vede i Kozuki e i Foderi: ovvero come persone stupide, incapaci di cogliere i segnali più chiari, persone talmente impreparate da non riuscire a decifrare un messaggio che dovrebbe essere lampante per tutto il popolo di Wano, ignorando anche l'idea di potersi minimamente consultare sull'interpretazione data da Kin'emon. Al contrario, Denjiro pone Oden e i Foderi Rossi come i propri idoli adolescenziali e attende per vent'anni nella casa del nemico, distorcendo il loro ricordo in maniera esageratamente positiva: la sua stessa trasformazione fisica scaturisce dall'enorme frustrazione provata per non essere riuscito a fuggire con Oden, per non aver compreso da subito il messaggio del proprio leader durante la loro esecuzione. Il parallelo tra Kanjuro e Denjiro, dunque, potrebbe risultare fondamentale per la trattazione finale dei Nove Foderi Rossi e di Kin'emon, personaggi ancora in preda alla confusione per l'assenza del proprio daimyo, personaggi a cui è stata posta un'eredità che devono ancora realmente accettare.

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