C'è una
cosa – tra tante – che mi ha sempre fatto riflettere, e negli
ultimi mesi più che mai.
In passato
la Cosiddetta (Community) è stata travolta da una guerra ormai
divenuta leggendaria, combattuta a suon di "Sanji figlio di
Rayleigh" e "Zoro ha il collo più grosso". La
diatriba riguardante Sanji e Zoro vice-capitani ha paradossalmente
unito più gruppi di creator della Cosiddetta, finché le due stesse
fazioni principali collaborarono per creare il GG ONE PIECE NETWORK,
la pagina più innovativa e fruttuosa di quel periodo (si parla ormai
di cinque anni fa). Il Laboratorio di Vegapunk era già attivo
ai tempi e penso quindi di avere i giusti punti di vista interni ed
esterni sulla questione. Ma cos'è che mi ha sempre fatto riflettere,
negli ultimi mesi più che mai? Ebbene, che a parlare siano stati
zoriani o sanjisti nessuno, e sottolineo N•E•S•S•U•N•O,
ha mai compreso veramente il personaggio di Sanji.
Luffy, Zoro
e Nami si trovano al largo delle Gecko Islands dopo essersi lasciati
alle spalle Syrup Village, luogo nel quale hanno affrontato
un'avventura (quasi) mortale e guadagnato l'essenziale Usopp
all'interno della Ciurma di Cappello di Paglia. Beh, essenziale si fa
per dire. La particolarità che ha sempre distinto anche il più
acerbo Eiichiro Oda da altri autori di battle shonen è la cura e la
passione impiegate nel narrare i personaggi, sovrastando delle volte
anche il lato meramente combattivo delle vicende. Il personaggio e la
storia di Usopp ne sono un esempio. Non è un caso che nel capitolo
successivo alla partenza di Luffy da Syrup, Oda cerchi di
sottolineare in ogni modo l'utilità pratica del personaggio
all'interno della ciurma, compensando quel lato lasciato un po' in
disparte in favore di un personaggio cui semplicemente aveva voglia
di scrivere. Oda ha sicuramente idea di come caratterizzare Usopp
lungo il viaggio, pensa possa diventare un personaggio interessante e
importante e sa che gli ci vorrà del tempo per ottenere questi
risultati. Il lettore, però, deve essere convinto dell'ingresso di
un gracile bugiardo nel cast fisso da subito, immediatamente. Ecco
quindi che il (futuro) coraggioso guerriero dei mari realizza il
jolly roger che caratterizzerà per sempre lo scalmanato gruppo di
ragazzi e dimostra inoltre di essere un provetto cannoniere, tanto
che Luffy sentenzierà: "Tu sarai il nostro cecchino!";
ribadendo e sottolineando il ruolo del personaggio sulla nave pirata.
Tutto molto
interessante, tutto ben studiato... Ma Oda ha già capito che
qualcosa non va: la Ciurma di Cappello di Paglia sta per entrare
all'interno della Grand Line, il luogo in cui scorrazzano le più
temibili ciurme che siano mai esistite, il posto in cui l'inferno si
manifesta in terra e gli uomini perdono la volontà di combattere.
Luffy e Zoro non bastano a fronteggiare da subito tutte le avversità
promesse ai lettori, pur essendo già molto forti, e Nami e Usopp
necessitano di un calmo e progressivo sviluppo delle proprie abilità
non sovrumane (anticipare qualche dote combattiva danneggerebbe i
personaggi stessi). E non solo! La ciurma non potrà più sperare di
soggiornare in qualche isoletta per rifocillarsi o riposare, cuochi e
dottori dovrebbero essere essenziali su una nave.
Alle porte
della Grand Line, dunque, era essenziale introdurre nell'equipaggio
un nuovo componente capace non solo di assurgere a una funzione
chiave e necessaria all'interno di una ciurma, ma anche di menare
come un fabbro indietro col lavoro. Nel capitolo 43, ci viene dunque
presentato Sanji, il cuoco talmente devoto all'arte culinaria da
combattere esclusivamente con le gambe per salvaguardare le preziose
mani.
Il
personaggio di cui aveva bisogno Oda, o meglio, di cui aveva bisogno
ONE PIECE in quel momento della storia era quindi già perfettamente
delineato. In pochi capitoli, in una manciata di pagine dei primi volumi della saga del Baratie, il personaggio di Sanji si rivela
incline alla visione del mondo di Luffy, illustra una naturale
contrapposizione visiva e culturale con Zoro, rivela inaudita
spontaneità con tutta la ciurma di Cappello di Paglia. La genuinità
degli interventi di Sanji in relazione alle azioni quotidiane dello
sgangherato equipaggio di quella modestissima caravella dimostrano la
completezza del nuovo personaggio e, nuovamente, l'apprezzabile
tecnica di scrittura di Oda. Rileggendo a posteriori quei capitoli,
con la totale intimità acquisita nel frequentare il personaggio per
venti intensi anni di lettura, verrebbe da dire che Sanji abbia
navigato fin dall'inizio con quella sottospecie di armata Brancaleone
che si è presentata alle porte (si fa per dire) del Baratie.
Questa
completezza non permette però al personaggio di Sanji di avere un
ruolo particolarmente rilevante all'interno della sua saga di presentazione, se comparato
con i due già affermati protagonisti Luffy e Zoro. Ebbene sì,
nonostante la saga introduca ed esplichi alcuni aspetti del carattere
e della psicologia del personaggio, essa narra principalmente del
divario pratico che vi è tra la ciurma di Cappello di Paglia e la
Grand Line. È al Baratie, infatti, che Luffy vedrà quanto
effettivamente narrato da Gaimon a proposito di quel terribile tratto
di mare che dovrà presto affrontare (osservando i resti della flotta
di Krieg) e sarà la Grand Line stessa a raggiungere prematuramente
lui e i suoi compagni (presentandosi col nome di Dracule Mihawk). Dopo anni di letture, il Paradiso viene dato quasi per scontato, ma all'epoca questi avvenimenti erano equiparabili al momento in cui la ciurma raggiunse la Red Line, dopo gli eventi di Thriller Bark, e venne sopraffatta dai significati che tale traguardo rappresentava. E così come Luffy e Zoro non mancheranno un
passo per attraversare adeguatamente il Nuovo Mondo, anche al Baratie
non si tirano indietro nel dimostrare a Krieg in cosa peccano le sue
convinzioni e nel distinguersi agli occhi di Mihawk da tutti gli
esaltati che issano una bandiera nera tra fatuo e vanagloria (di
altre implicazioni delle disavventure al Baratie ne parlammo un paio
di articoli addietro). In tutto questo il ruolo di Sanji si limita al
puro telecronismo sportivo, badando bene di sottolineare quanto abbia
un piede nella disillusione totale rispetto ai componenti della
ciurma di Luffy. Anche il decantato rapporto tra Sanji e Gin risulta
più un contorno per rafforzare un personaggio (Gin, appunto) che
riesce benissimo a reggersi in piedi da solo e ad amalgamarsi
adeguatamente ai discorsi principali riguardanti la Grand Line,
ponendovi inoltre il punto definitivo della discussione.
Quanto
finora espresso sulla figura di Sanji e il suo reale contributo
all'interno della saga del ristorante del mare, a mio modo di vedere,
descrivono perfettamente quello che sarà il personaggio per tutta la
traversata della "Rotta Maggiore". Parliamo di un personaggio di
indubbio appeal estetico – epidermico, "a pelle" – che
tenterà più e più volte di rincorrere strenuamente la strada del
protagonismo, riscontrando tuttalpiù quanto la realtà sia poco
incline a favoritismi di sorta. Ironicamente, Sanji constaterà
spesso quanto il suo contributo sia più decisivo e distinguibile nei
momenti in cui abbandona il palcoscenico.
A conti
fatti, finora sento di aver parlato molto bene del personaggio di
Sanji. Probabilmente ciò non sarà riscontrabile da tutti, ma vi
assicuro che il mio discorso si è dipanato – e proseguirò nel
farlo – in un campo di cui discutiamo spesso. Ovvero che un
personaggio, per risultare apprezzabile e interessante, non
necessariamente deve compiere gesta che lo portino davanti alla
gratificazione assoluta del suo pubblico. Ne abbiamo parlato
recentemente con le disavventure di Sakazuki alla cattedra della
Marina e lo accenniamo spesso parlando di quello "stronzo,
egoista, bastardo" che è Luffy, il protagonista assoluto delle
vicende.
Lo stesso
discorso si applica, come dicevo, al personaggio di Sanji che ha
permesso alla Ciurma di Cappello di Paglia di acquisire un cuoco
molto capace nel combattimento (per le esigenze esposte poc'anzi) e un
bimbo capriccioso sempre in cerca di attenzioni e propenso a molte
forme di discriminazione che variano dal razzismo all'omofobia,
passando per la misoginia sviluppatasi come conseguenza di una
malsana divinizzazione della figura della donna.
"Wut?"
Andiamo con
ordine.
Come
espresso e anticipato, il personaggio di Sanji è caratterizzato da
un appeal grafico abbastanza strutturato e schematizzato all'interno
dell'organismo principale composto dalla ciurma di Cappello di
Paglia. Mediante la figura del galante cavaliere occidentale, Sanji
si contrappone spontaneamente alla figura dell'aspro samurai
orientale che incarna Zoro; due figure che, a dire il vero, nella
cultura pop rappresentano lo stesso tipo di stereotipo sottoposto
semplicemente a due filosofie e culture differenti, quelle
occidentali e quelle orientali, per l'appunto. Il discorso è
ampiamente semplificato perché non è mia intenzione mettere
realmente a confronto queste due figure che si trovano,
"casualmente", nel gruppo protagonista di ONE PIECE, bensì
quella di sfruttare Zoro per sottolineare la prima delle numerose
caratteristiche di Sanji che nel tempo sono state perlopiù
fraintese, almeno dal lettore italiano.
Con l'inizio
della saga di Wano, numerose sono state le critiche negative rivolte
a Zoro. Il motivo del rimprovero, nuovamente, si è concentrato sulle
azioni dello spadaccino, accusato di non rispettare quanto pattuito
con i compagni per pura ostentazione di forza e mascolinità.
Insomma, Zoro è stato accusato di fare il figo. Il fatto a cui
faccio riferimento riguarda la già ampiamente discussa esecuzione di
Zoro, che ha portato il personaggio ad abbandonare la propria
missione per ribaltare la sua esecuzione contro lo stesso magistrato
corrotto che lo accusava. Non starò nuovamente a spiegare perché
quella situazione risulti pienamente sensata (arrivati a questo punto
spiegarlo non è nemmeno più un mio compito, è un problema del
lettore), ma è bene ricordare che le scelte di Zoro sono dettate
nientemeno che da istinto e disciplina. Zoro non esegue delle azioni
per farsi notare o per circoscrivere volutamente un suo momento
all'interno di una vignetta, di un momento; Zoro esegue perché pensa
che sia giusto farlo, indipendentemente che sia realmente o
univocamente giusto, anche a costo di intralciare fisicamente il
proprio percorso. Blandamente, se noi troviamo che Zoro faccia il
figo è perché lui "è" figo.
Se il
personaggio ritenuto universalmente "figo" (al di là che
possa o meno piacere soggettivamente) è uno stereotipo largamente
utilizzato negli shonen manga (ricordiamo anche il lavoro di Oda
svolto con Katakuri nel trattare proprio questa categoria di
personaggi), Sanji si pone in una condizione differente,
contrapposta, ma egualmente discutibile riguardo agli esiti delle
proprie azioni. A differenza di Zoro, Sanji non "è" figo,
ma "fa" il figo. È un concetto su cui ci si è soffermati
veramente poco in questi anni di serializzazione – italiana – di
ONE PIECE e, ironicamente, è una caratteristica erroneamente
attribuita proprio a Roronoa anziché a Gamba Nera. La differenza tra
"essere" e "fare" risiede proprio nelle
motivazioni più semplici che ci portano a voler fare i fighi – i
belli – agli occhi degli altri: ricerca di apprezzamento, consenso,
accettazione, approvazione. Guardandovi con gli occhi di oggi,
probabilmente, anche voi potrete riconoscere di aver fatto i fighi in
passato (o almeno ci avete provato, anche solo una volta), quasi
certamente nel periodo delle scuole medie o giù di lì. E già
questa mia considerazione vi aiuta a comprendere perché ho definito
Sanji un bimbo in cerca di attenzioni, ma probabilmente non a
comprenderne le reali ragioni.
Ci sono
molti esempi da poter tirare in ballo per descrivere il "far
figo" di Sanji, tuttavia sarà sempre fumosa la linea di
demarcazione che ci porta a distinguere "fare" da "essere".
Sanji è il cacciatore nella foresta durante la stagione di caccia,
Sanji è colui che si è acceso una sigaretta con i fulmini di Dio: come
possiamo comprendere se "è" o "fa" se non è lui
a dircelo sinceramente?
L'esempio
risolutivo che voglio portare alla vostra attenzione per rispondere a
questa domanda riguarda degli eventi ben precisi nella macro-saga
della Baroque Works che, secondo me, ci sono sfuggiti a lungo per via
di traduzioni errate o comunque poco attente ad alcuni dettagli che
scavano direttamente nel cuore dei personaggi (insomma, parliamo di
testi che non vanno solo tradotti ma anche compresi; su due piedi vi
consiglio la versione a colori presente su Kissmanga).
Durante gli
avvenimenti della saga di Alabasta, Crocodile riesce a imprigionare
Luffy, i suoi compagni, la principessa Vivi e il capitano della
Marina Smoker. Il flottaro crede di avere tutto sotto controllo, di
essere riuscito a fermare l'avanzata di quel gruppetto di ficcanasi
forse un po' troppo fortunati. Non ha però considerato alcune falle
generate, ironicamente, da alcuni membri della Baroque Works stessa e
una di queste falle si chiama proprio Sanji – anzi, Mr. Prince. Il
piano di Mr. Prince prevedeva di distrarre Crocodile per entrare
all'interno del suo quartier generale e soccorrere furtivamente i
suoi compagni. Gli elementi che ci fanno riflettere riguardano i
continui dettagli che Sanji include all'interno del suo personaggio,
identificato in quel momento come Mr. Prince ma piena espressione di
ciò che vorrebbe essere Gamba Nera (difatti, durante gli scontri
decisivi specificherà apertamente di non chiamarsi Mr. Prince, bensì
Sanji, un eccellente cuoco dei mari).
Innanzitutto,
l'identità di Mr. Prince viene ideata, presumibilmente, nel periodo
che intercorre tra la saga di Little Garden e la vera e propria saga
di Alabasta. Sin dagli inizi della macro-saga della Baroque Works,
tuttavia, ci sono altri personaggi che rispondono a soprannomi o
alias presentanti "Mr." al loro interno. Crocodile è uno
di questi ed è proprio Sanji a intercettare una chiamata di Mr.
Zero. Tuttavia, Mr. Prince si contrappone in maniera del tutto
naturale a Mr. Bushido, il nome con cui Vivi è solita chiamare Zoro
(nella mia rapidissima ricerca l'ho ritrovato nel capitolo 111, se
volete darci un'occhiata). Non vi è il bisogno di spiegare
nuovamente a quali tradizioni culturali Zoro e Sanji si accostano, ma
è doveroso spiegare la differenza di rapporto che i due giovani
hanno con la principessa Vivi. Difatti, a Zoro non cambia
praticamente nulla essere trattato con riguardo da Vivi, ma Sanji
gradirebbe volentieri le attenzioni e i vezzi della principessa. Mr.
Bushido è nulla più che un amichevole soprannome nato quasi per
caso, ma è assai coerente che Sanji abbia facilmente frainteso ed
esasperato tale confidenza, tanto da arrivare a costruire una sua
identità che meglio si accostasse alla figura della principessa.
Sanji
caratterizza Mr. Prince con i tipici occhiali a lenti gialli, una
scelta puramente estetica, ma considerati di notevole importanza per
l'interpretazione del suo ruolo. Non è la prima volta che Sanji ci
dimostra di tenere al suo aspetto e alla visione che gli altri hanno
di lui. Ce lo dimostrò chiaramente quand'era da poco salpato con Zef
in quell'avventura denominata "ristorante sul mare". Nelle
poche vignette di flashback incluse nel finale della saga del
Baratie, Sanji ci dice chiaramente di aver iniziato a fumare perché
ormai si considerava grande, adulto. O almeno questa era l'idea che
voleva trasmettere agli altri, nonostante fosse consapevole che il fumo
avrebbe potuto compromettere la sua attività principale di cuoco. Un
comportamento infantile verosimile e comprensibile per un bambino. Ma
Sanji è cresciuto. Tuttavia, nonostante sia ormai preda del vizio
(un fattore che esula dalla mera volontà di fumare o meno), non
smette di utilizzare il fascino, o presunto tale, che la sigaretta
crede gli dia. In tal senso, gli occhiali a lenti gialle servono al
medesimo utilizzo.
Abbiamo
parlato di una caratteristica puramente estetica, ma abbiamo anche
discusso di come Sanji dia particolarmente peso a questo aspetto.
D'altra parte, Sanji continua a caratterizzare sé e Mr. Prince
proprio facendo attenzione a quanto gli altri dovrebbero poter
pensare di lui. Un'altra peculiarità di Mr. Prince è quella di
essere un uomo sfuggevole e dalla spiccata sagacia, di indefinita
natura, ma al contempo incredibilmente partecipe. Sanji riesce
egregiamente nella sua interpretazione, arrivando a soggiogare
Crocodile quel tanto che basta per avere via libera nel salvataggio
dei suoi compagni. E qui arriva la nota drammatica del personaggio,
totalmente incapace di fare a meno degli apprezzamenti e della
gratitudine altrui tanto da comportarsi incoscientemente e ricadere,
nuovamente, nell'infantilità. Perché è incosciente attendere
l'arrivo di Vivi seduto alle slot-machine, mentre le mura circostanti
crollano e i propri compagni sono intrappolati chissà dove. Ma prima
di accogliere Vivi, Sanji aveva bisogno, aveva la necessità di
costruirsi un teatrino, un'entrata in scena. È lo stesso Oda a
sottolineare l'instabilità presente alle spalle dello spettacolo
offerto da Sanji: ci mostra Robin osservare Sanji entrare nel Rain
Dinners, descrivendo l'operato precario del cuoco che procede per
pura omertà del "nemico"; ci mostra Sanji compiacersi di
sé mentre entra nel casinò, descrivendo l'infantilità del cuoco
che già pregusta le lodi che gli riserveranno i compagni.
Inscenare
situazioni per puro compiacimento di sé, spesso solo per avere
l'ultima parola in merito a una questione, come – dicevo – un
bimbo capriccioso che crede di aver capito tutto e cerca di mantenere
cocciutamente le redini di eventi evidentemente superiori: fare il
figo. In questo modo anche situazioni come Sanji che si accende la
sigaretta col fulmine di Enel si traducono come l'ultimo fastidioso
appunto di una persona cui l'avversario non ha il minimo interesse.
Come Robin osservava Sanji entrare al casinò, Enel osserva con
biasimo Sanji crollare dopo il suo ultimo e ininfluente intervento.
La famosa battuta del "cacciatore" rivolta a Jabura,
possessore di un frutto che permette di assumere le forme di un lupo,
risulta nient'altro che una controffensiva verbale e superficiale
basata nient'altro che sulle fattezze fisiche dell'avversario, un
modo per imprimere nuovamente un controllo sui fatti e le persone che
Sanji si ritrova ad affrontare.
In particolare, questa peculiarità di utilizzare le caratteristiche fisiche degli avversari per
tallonarli incessantemente si manifesta come un insano razzismo del
personaggio. Anche contro gli uomini-pesce ad Arlong Park, Sanji non
si risparmiò con le offese al nemico, sfruttando inoltre il suo
talento di cuoco per sottomettere verbalmente l'avversario. Se Luffy
e Zoro prendono come dati di fatto le peculiarità – fisiche e non
– dei propri avversari, stabilendo anche del dialogo, Sanji diviene
e si impone come carnefice letterale del proprio contendente,
auto-elevandosi rispetto a Kuroobi in quanto cuoco, avente per cui il
diritto di trattare come meglio crede le carni di nient'altro che un
pesce. Dovessimo continuare a parlare di discriminazione, il
personaggio di Sanji ne avrebbe molte altre da dire anche sugli okama. Fortunatamente per loro, Oda ha deciso di costruire dei rapporti tra il cuoco e gli okama, sviluppando un percorso intrapreso ad Alabasta con la conclusione dello scontro con Bentham. A fronte di ciò, evito di dilungarmi ulteriormente su questi comportamenti negativi di
Sanji, che si possono benissimo racchiudere in un unico calderone di
intolleranza per il diverso.
Lungo questa
traversata alla scoperta delle differenze tra "essere" figo
e "fare" il figo, inoltre sotto l'ottica che vi offro,
sono evidenti i comportamenti di Sanji che delineano tutt'altro che
l'immacolato cavaliere che vorrebbe essere. Togliendo anche solo gli aspetti puramente
negativi, rimarremmo con un personaggio che agisce con l'intento
di avere la nostra gratificazione, badando bene di curare in primis
la propria immagine piuttosto che i dettagli e le funzionalità ultime delle
proprie azioni.
Solitamente,
è Sanji stesso a smascherare le proprie recite, facendo trapelare inconsciamente ciò che veramente voleva ottenere dalle sue "generose e sagaci"
azioni. Quando si ritrova a salvare Nami o Robin, infatti, Sanji
imbastisce un teatrino fatto di silenzio, gestualità e frasi a
effetto molto studiate che possano in qualche modo dipingerlo come
"'sto gran prezzo di figo". Tuttavia, ben presto Sanji
abbandona il palco per crogiolarsi tra le finte o vere lodi delle due
donne. Il lettore è portato a non dar peso a questo passaggio perché
preso dalle reazioni scomposte dell'intera ciurma, tra cui gli
schiamazzi dei componenti più infantili e impressionabili (Luffy,
Usopp, Chopper). Zoro è invece colui che preme, con molta schiettezza,
a sottolineare la cura con cui Sanji si dedica a perder tempo.
Le liti tra
Sanji e Zoro sono il tratto distintivo del loro rapporto e degli
attriti ideologici li avevamo già intravisti proprio nella saga del
Baratie, quando Sanji commentava il comportamento tenuto da Zoro
nello scontro con Mihawk. I due personaggi, tuttavia, si sono sempre
spalleggiati e lo stesso Oda sottolinea spesso la natura della loro
rivalità, addirittura dai tempi di Little Garden, proprio per non
far passare un messaggio di becera inimicizia tra i due. Difatti, come
ricorderete, la loro sfida di Little Garden nacque coincidenzialmente
in parallelo a quella dei giganti dell'isola, personaggi dai quali
passano parte dei temi trattati nella macro-saga della Baroque Works,
in quel viaggio volto a spiegare alla principessa Vivi le realtà e
le sfaccettature che si celano dietro un conflitto, anche il più
misero dei bisticci tra amici. Snocciolare ulteriormente quegli
eventi significherebbe distaccarsi troppo dagli argomenti principali,
ciò che mi interessa sottolineare è l'influenza che "testa di
muschio" ha su Sanji. Il cuoco riconosce il valore e la moralità
delle azioni e dei punti di vista di Zoro, rispettandone le scelte e
spesso condividendone le parole sulla dura realtà della convivenza in mare. In
particolare, al termine della saga di Thriller Bark, subito dopo
l'attacco di Kuma, Sanji riferisce ai Risky Bros. di non dire nulla
dell'accaduto agli altri componenti della sua ciurma, in quanto Zoro non agisce per ricevere gratitudine.
Lo abbiamo detto prima, Zoro non prende le sue decisioni per
gratitudine o circoscrizione di un momento; e Sanji lo sa bene.
Proprio con la consapevolezza che dovrebbe avere il lettore, Sanji
riconosce in Zoro grande virtù e cerca di farne ammenda
per divenire un uomo di egual valore. È sempre attento a ciò che
riguarda il suo rivale (ricordiamo quanto detto su Mr. Prince) e cerca, seppur a volte nella maniera errata,
di emularne le gesta pur avendo dei principi spesso totalmente
contrapposti. Probabilmente, prima di Bartolomeo, è Sanji il più
grande fanboy di Zoro.
Dal canto suo, Zoro comprende la presenza di
turbamenti e conflitti interiori in Sanji, tanto da stuzzicarlo
volentieri ed esporlo ai percorsi che il cuoco dovrebbe realmente
seguire per divenire ciò che si è prefissato di essere. A Zou,
Luffy ipotizza addirittura che Zoro sia molto preoccupato delle sorti
di Sanji, finito tra le grinfie di Big Mom per cause allora poco
chiare. Sarà proprio a Whole Cake Island che verremo a conoscenza
del passato di Sanji e inizieremo a comprendere le ragioni dietro i
controversi comportamenti che delineano il personaggio di Gamba Nera.
A questo
punto del mio... saggio (?) sul personaggio non credo ci sia il
bisogno di ribadire che quanto dipingo di Sanji è un tassello di una
caratterizzazione ben più ampia e complessa. Nel corso della lettura di ONE PIECE mi sono chiesto se stessi sbagliando l'interpretazione del personaggio, perché effettivamente Sanji, così come lo
descrivo, sembra tutt'altro che una figura positiva da proporre a un
ragazzino; soprattutto se quel ragazzino è nel pieno dell'età in
cui cerca di emulare ciò che crede sia figo, nell'età in cui cerca
il consenso e l'apprezzamento, nell'età in cui cerca di distaccarsi
dalla sua natura di bambino per seguire gli adulti negli ambiti che
più lo aggradano. Ma è proprio qui che ci rendiamo conto di quanto
effettivamente Sanji abbia da condividere con i ragazzini che leggono
le sue avventure a bordo della Thousand Sunny. Ed è proprio da questo che Oda ha deciso di narrarci i primi anni di Sanji, di raccontarci quel passato
precedente al Baratie, da molti sospettato e a volte temuto (oh, sì,
i secondi flashback dei Mugi sono da temere tantissimo).
L'infanzia
di Sanji si è caratterizzata di violenze e soprusi all'interno della
reggia dei Vinsmoke. I suoi tre fratelli hanno sempre tenuto a precisare
la differenza tra loro e Sanji, un atteggiamento "programmato"
per essere tenuto in guerra contro i nemici. Tuttavia, nemmeno Judge poteva prevedere che l'avventata assunzione di farmaci di sua moglie avrebbe reso debole uno dei suoi
figli, uno dei suoi esperimenti: Sanji è l'autentico fallimento del Regno della Scienza. Se da una
parte la madre di Sanji ha cercato di coltivare in lui il meglio
della cordialità e dell'altruismo umano, il resto della famiglia
Vinsmoke ha permesso al giovane cuoco di crescere nient'altro che nella
discriminazione, nella disparità, nell'annotazione delle diversità.
Inconsciamente Sanji ha tenuto fede al desiderio di sua madre di
avere un figlio "normale", ma per dimostrare la propria normalità al mondo Sanji non aveva
altro che i mezzi appresi dalla convivenza con i fratelli. Nell'atto di costruire sé stesso, Sanji discriminava il diverso. Gli anni nel
regno natio furono quindi precettori di
squilibrate logiche comportamentali, tanto influenti da arrivare a corrompere la reale natura candida e innocente di Sanji e da travisare parte degli insegnamenti della madre Sora. Ciò si nota in particolare in una
delle tanto decantate peculiarità di Sanji: l'amore per le donne.
Ho sempre
trovato che non quadrasse qualcosa nel rispetto verso le donne che
Sanji cerca di auto-celebrarsi. Ormai è chiaro a quali stereotipi Oda
si volesse rifare nella creazione del personaggio, ma mi chiedevo
quanto effettivamente Oda comprendesse le logiche e le argomentazioni
di questo stereotipo di carattere occidentale e quante delle sue
usualità orientali intaccassero la stesura del personaggio. Un
pensiero non proprio nobile da fare dopo che si sono descritte le
falle comportamentali di un eroe imperfetto come Sanji, ma
d'altronde capita anche a noi di non comprendere appieno (se non con
dello studio) logiche e riferimenti basilari della cultura
giapponese, così come spesso non cogliamo fatti e usanze della
pirateria classica, giusto per citare un esempio di stampo
occidentale distante da noi tanto quanto lo sono le quotidianità
giapponesi. Beh, se Oda avesse o meno compreso la vera natura del
personaggio che stava per scrivere non lo so ancora, ma di certo con
la saga di Whole Cake Island e il nuovo flashback proposto è arrivato a
giustificare e colmare tutte le lacune del personaggio e dei suoi
torbidi comportamenti.
Le uniche
persone che abbiano mai aiutato Sanji durante l'infanzia sono state
sua madre Sora e sua sorella Reiju, due donne che brillavano tra le
nefandezze di casa Vinsmoke. Il rapporto instaurato da Sanji con le
sole due donne che abbia mai frequentato da piccolo risulta
rivelatore sull'atteggiamento con cui il personaggio si
relaziona con le persone circostanti. Il modo aggressivo con cui Sanji è solito
rapportarsi con gli altri uomini rispecchia notevolmente quanto
vissuto nei primi anni di vita con gli uomini della famiglia; ci
basti ricordare l'atmosfera condivisa sul Baratie, il suo rapporto
con Zef e, come poc'anzi spiegato, la sua rivalità con Zoro. Ma se
questo comportamento riottoso definisce semplicemente l'atteggiamento
infantile già analizzato del personaggio, ciò che risulta dannoso e
nocivo è senza ombra di dubbio il suo rapporto con le donne.
Non avendo
avuto altre guide all'infuori della madre e della sorella, Sanji ha
sviluppato un'insana divinizzazione della donna che lo porta a
comportarsi in maniera opposta a quanto vorrebbe dimostrare. Il
principio alla base della galanteria di Sanji risiede nell'esplicita
volontà di non colpire mai e poi mai una donna. Una morale che in
pirateria risulta ottusa, come Oda ha avuto premura di specificare,
non solo presentandoci un gran numero di piratesse di tutto rispetto,
ma anche portando Sanji a doversi relazionare aggressivamente e
forzatamente con l'altro sesso. Lo scontro con Kalifa descrive
appieno il disagio vissuto da Sanji, incapace mentalmente di colpire la donna –
anche se ella stessa ne riconosce le incredibili doti combattive –
e incapace di ritirarsi dal conflitto che mette in gioco la vita di
Robin. Sarà Nami ad ammonire il comportamento di Sanji, nonostante i
toni quasi materni utilizzati contro il compagno ferito. Purtroppo
per Sanji, questo atteggiamento non risulta rispettoso nei confronti
della donna: tutt'altro! Contro Kalifa si nota più che mai: Sanji mette inconsapevolmente la donna in un
piano eterno di inferiorità, incoscientemente affermando che esse
non potrebbero mai soggiogarlo se non per sue mancate azioni.
A Whole Cake
Island, tuttavia, Oda mette Sanji di fronte alla realtà e non solo racconta
come il personaggio sia arrivato ad avere quella visione distorta dei
suoi principi, ma lo pone anche nella situazione di subire inconsapevolmente ma efficacemente le macchinazioni di una
donna. Tutto ciò avviene, tra l'altro, su un palcoscenico, in uno
degli spettacoli tanto amati da Sanji; un palcoscenico che, tuttavia, mette in luce la realtà
oltre la fantasia. Non vi è il bisogno di dilungarsi eccessivamente
sulla presenza di questi temi nella saga di Big Mom, ma basta
ricordare come le fantasie di Sanji di divenire il principe di una
donzella in pericolo si siano rivelate quanto di più distante
possibile dalle sue solite fantasticherie, a partire proprio dal suo
ruolo di principe: non cavaliere errante delle fiabe, bensì
terzogenito di una famiglia nobiliare di assassini. Il palco che
Sanji cerca costantemente, a Whole Cake rappresentato dall'altare su cui sta per sposarsi con la sua manipolatrice, diviene teatro delle più cruenti e feroci realtà.
Abbiamo discusso del presente di Sanji; abbiamo parlato del presente di Sanji; come può
concludersi il personaggio di Sanji al termine del suo e del nostro viaggio?
Questa è
una domanda complessa e rispondere è assai difficile, perché da tempo siamo entrati in un
campo inesplorato della narrazione di ONE PIECE che sta facendo capo
a molti dei grandi quesiti rimasti a lungo senza risposta. Se alla fine tutto quadrerà realmente non lo possiamo sapere e come Oda abbia intenzione di mettere la parola fine sui suoi personaggi non lo possiamo prevedere.
L'esperienza acquisita a Whole Cake Island sarà sicuramente
d'insegnamento a Sanji e, dal canto mio, spero possa venir accentuata maggiormente la rivalità
con Zoro riguardo le donne, portando magari un
parallelismo con l'eterno conflitto dello spadaccino con la sua amica
perduta. Un'altra speranza, assai più difficile da vedere realizzata, è che Oda possa impiegare la stessa brutalità utilizzata a Whole Cake per rivelare, magari, che la leggenda dell'All Blue
perseguita da quel moccioso di Sanji... sia veramente una leggenda. Come successo per la scelta di rivelare che Sanji è realmente un principe - seppur non quello che egli desiderava - lo troverei senz'altro un ottimo modo per sottolineare la crescita di un personaggio spesso in bilico tra l'infantilità e la maturità. Tuttavia, nelle leggende vi è sempre un fondo di verità, e come Sanji potrebbe realmente diventare il principe azzurro a cui tanto ambisce, non è detto che non riesca a trovare la sua personale interpretazione del mito del "Grande Blu".
Prima di tutto un grande grazie per la passione ed il tempo dedicati a questo argomento. Un lavoro che trasmette tutta la tua voglia di metterti in gioco su una questione alla quale tieni. Un lavoro sul quale peró mi trovo quasi totalmente in disaccordo. Perdona la franchezza ma il tuo sunto suona tipo:" Sanji é un Vegeta, esibizionista, infantile, smargiasso, a tratti misogino, con l'autostima sotto le suole, sempre alla ricerca di attenzioni ma, HA ANCHE DEI LATI POSITIVI EH!"
RispondiEliminaQuesta mia iperbole è ovviamente voluta per darti un'idea di quello che un qualsiasi lettore potrebbe farsi di Sanji, dopo aver visionato il tuo "saggio".
One piece è un'opera molto ampia, che tocca svariati aspetti della nostra societá ma, non la definirei complessa. Chiunque può facilmente decriptare i messaggi che Oda ci trasmette e trasporli alla nostra realtá. Questo serve a farci capire che, sebbene Oda tenga moltissimo alla caratterizzazione dei suoi personaggi, dai principali alle comparse, egli non fa particolari congetture psicologiche e rende tutto molto chiaro poiché il suo obiettivo primario é renderci protagonisti di un'avventura. Per questo motivo Sanji non è nulla di più e nulla di meno di quello che leggiamo: un cascamorto con un cuore d'oro che ama cucinare.
Partiamo ad analizzare il suo rapporto con Zoro.
Al tuo "Zoro é figo, Sanji fa il figo " controbatto con "Zoro é coglione, Sanji fa il coglione".
Dire che il cuoco sia il primo fan boy dello spadaccino é a mio avviso una storpiatura della realtá. La loro rivalitá non nasce da un complesso di inferioritá di Sanji come attesti tu ma, dal sano agonismo maschile che porta a voler essere il primo del branco. Zoro, allo stesso modo di Sanji, lo vede come un rivale perché conosce e stima la sua potenza e le sue capacitá. Entrambi, insultando l'altro, mascherano un affetto, una stima e un rispetto sconfinati. Entrambi, come dici tu, non sono affini al carattere del proprio rivale e non perdono mai occasione di schernire e rinfacciare questo o quel difetto ma, vicendevolmente, stando sempre in costante parità. Non si può credere che Sanji si getti in atti incoscienti di eroismo per emulare Zoro o per ricevere approvazione dal suo pubblico, spesso e volentieri femminile, come fosse protagonista di una farsa. Quando Sanji si invola al salvataggio di Nami vestita da sposa, lei é svenuta e nessuno sta assistendo alla scena, dove sarebbe lo showmen????
Hai citato molteplici volte la saga di Whole Cake Island e allora perché non accetti quello che Oda pensa del suo personaggio e che ci fa pervenire dalla bocca di Reiju quando afferma:"Tu sei più gentile di chiunque altro". Sanji non fa l'eroe per ricevere apprezzamento ne tanto meno per non essere inferiore a Zoro, lo fa perché la sua essenza é anteporre il bene altrui al proprio, non fa l'eroe, é un eroe. Per il bene dei suoi compagni non esita mai a gettarsi in situazioni di pericolo contro avversari molto più forti di lui, per proteggerli e lo fa sempre. A Dressrosa con Doflamingo, a Skypea con Eneru, a Zoo prende di peso i suoi compagni e li fa fuggire dal castello di Capone, finge con Rufy per salvarlo da Big Mom.
Portare il peso dei propri compagni e difenderli a tutti i costi non sono performance che insegnano a scuola di recitazione, sono principi che formano il carattere!
Ps Ti lascio il beneficio del dubbio ma mi sembra di ricordare che quando Vivi chiama Zoro Mr Bushido, Sanji non fosse nemmeno presente.
Passiamo a parlare del resto. Tu fai risalire il suo rapporto con le donne a "complessi edipici" con madre e sorella quando invece è stata l'educazione morale impartitagli da Zeff a inviarlo verso questa direzione e questa non é interpretazione, lo si evince chiaramente dal flash back, sempre in Whole Cake Island, dove un Sanji alle prime armi come cuoco chiede a Zeff perché le donne vengano trattate diversamente.
RispondiEliminaL'educazione di Sanji sfugge alle tue argomentazioni come granelli di sabbia tra le mani.
L'educazione morale gli è stata trasmessa dal suo vero padre Zeff. Come Sanji stesso dice al suo padre biologico egli non ha nulla a che fare con lui e non gli ha insegnato nulla. Il principino che scappava dalla nobile famiglia è morto quando Zeff lo ha raccolto, lo ha educato e lo ha iniziato alla sue passioni: donne e cucina.
Se serve un padre per un'educazione morale, non è invece necessario per un'educazione intellettuale. Proprio da questa educazione intellettuale classista nobile, che non può essere cancellata in alcun modo, perché ciò che si studia resta impresso, nasce tutto l'estro creativo verbale del personaggio. Le sue frecciate affilate come Saijo O Wazamono, il suo modo di atteggiarsi con sicurezza e superioritá con gli avversari. Gambanera sebbene disprezzi le sue origini, resta legato indissolubilmente alla fierezza e all'altezzositá dei suoi blasonati natali.
Tutti si saranno chiesti come facesse un cuoco cresciuto tra buzzurri ad avere un'eleganza, un portamento, una dialettica che non appartiengono a quelli di una mera trattoria. Mistero risolto grazie agli ultimi avvenimenti. Sanji é un principe ma, bada, non un principe brutale come i suoi parenti, egli si rifá all'antico ideale greco della kalokagathia, secondo il quale l'eroe è bello e buono.
Scaramuccie di natura amorevole con la famiglia mugiwara a parte, non ho mai visto blackleg schernire i più deboli o gli indifesi. Ha sempre preso di mira i malvagi. Non schernisce gli uomini pesce come macellaio delle loro carni per via della sua professione ma, li odia perché hanno reso l'infanzia di Nami un'inferno, non fa il bullo delle giostre con Jabura perché è un inferiore da deridere, ma perché ha attentato deliberatemente alla libertá di Robin.
E a ogni sentenza pronunciata, ha fatto seguire fatti. Sono sicuro che l'impronta fumante della sua suola sul groppone faccia ancora gemere il lupetto. Povero Eneru, l'arca si é rotta, niente colomba con ulivo per te.
Basta mi fermo qui credo di aver reso l'idea.
Spero che tu colga questa risposta come un'occasione di confronto per implementare le tue conoscienze come ho fatto io leggendo il tuo elaborato.
Ah e un ultimo cosiglio da amico, Naaaaaaail smetti di slinguazzare con il tuo ragazzo Zoro, suona tipo:"slurp slurp slurp slurp".