Come
l'editor aveva promesso, gli ultimi capitoli di One Piece ci hanno
condotti nel vivo della Saga di Wano. Parliamo pur sempre di eventi
ancora in corso, ma la presenza a Wano di Luffy, Law e le loro ciurme
non può più essere ignorata.
D'altrocanto,
io sul blog e Kira in pagina ci siamo già ampiamente espressi su
come i capitoli introduttivi della saga e questi ultimi eventi
siano stati ricchi di sorprese e finezze per quanto riguarda
contenuto e personaggi. In particolare su questi ultimi, abbiamo
parlato di Tama, che è già stata delineata come personaggio a tutto
tondo; di Kiku, che presenta delle basi non indifferenti per divenire
anche lei un personaggio degno di nota; del costante mutamento di
Luffy e del significato delle sue azioni. Oggi voglio continuare
questo lavoro di analisi e soffermarmi sull'affinità e l'alchimia
caratteriale di Luffy e Zoro, capitano e braccio armato, primi due
membri della Ciurma di Cappello di Paglia
In una prima
lettura della Saga di Wano, risulta senza dubbio curioso come Oda
abbia voluto narrare le avventure a Wano, isola fortemente ispirata
alla sua terra natia, ripartendo da zero. Una disavventura in mare
costringe Luffy ad addentrarsi da solo nell'esplorazione di una nuova
isola, salvo poi ricongiungersi con Zoro. I piccoli eventi
susseguitisi dall'arrivo sull'isola e, in particolare, da
quest'incontro non possono che ricordare le prime avventure per mare
di Luffy.
Nei primi
capitoli di One Piece, era già visibile la tendenza di Oda a
preferire i personaggi e le loro interazioni da un punto di vista
caratteriale. Se veramente favoriva questi elementi al combattimento
e l'interazione fisica non saprei dirlo, dato che comunque si parla
di un battle shonen e vi era la necessità di portare avanti anche e
soprattutto le mazzate, ma Oda risultava già indubbiamente bravo nel
lavorare sul carattere e la psicologia dei propri personaggi.
Consiglio vivamente di leggere One Piece nella sua versione a colori
e in inglese perché finora è quella che, nella mia lentissima
rilettura, mi è sembrata più affidabile e attenta alla
trasposizione dei toni e delle atmosfere volute da Oda.
Il talento
di Oda nella scrittura dei personaggi si nota con l'introduzione dei
primi componenti del cast fisso. Non avendo la necessità di
suddividere eccessivamente il tempo dedicato a ognuno di loro perché
ancora erano in pochi, le interazioni quotidiane e non di Luffy, Zoro
e Nami, in particolare, risultavano ben scritte e delineate. Questo
ha permesso di tratteggiare il rapporto tra Luffy e Zoro in maniera
forte e distintiva.
Dalla loro
creazione, Luffy e Zoro sono due personaggi che Oda ha voluto legare
tra loro tracciando un profondo legame naturale, un'alchimia quasi
sovrannaturale. A partire dalla concenzione primaria dei personaggi,
parliamo di un protagonista prevalentemente scoperto negli incontri
con le lame e un compare spadaccino che egregiamente tiene testa alle
minacce caratterizzate dall'arte della spada. Questo confronto tra le
abilità basilari dei due personaggi è senza dubbio tra i primi e
più innocenti a venire in mente durante una giovane lettura di One
Piece. Nel 2018 ormai risulta un argomento ampiamente superato, quasi
inutile data la contestualizzione più precisa e cosciente che un
lettore moderno, anche giovane, riesce a dare durante la fruizione di
questo prodotto.
Nel corso di
una lettura matura, il legame che coinvolge Luffy e Zoro risulta di
facile lettura anche a livello caratteriale, sicuramente più
ragionato dell'ingenuo pensiero di cui sopra. Già dal loro primo
incontro si può leggere un'intesa, seppur magari ancora poco intima.
È un'armonia ancora macchinosa che tuttavia è consolidata dalla
natura quasi irragionevole dei due personaggi, convinti di poter
prendere decisioni per altri o di resistere per un mese intero senza
mangiare (e sottolineata dalla purezza e razionalità di Kobi, che in
quel periodo viaggiava con Luffy). Sono elementi che indicano una
potenziale affinità tra due persone, in quel momento ancora legate
dalla sola volontà di Luffy di divenire il Re dei Pirati.
Il sogno di
Luffy esorta da sempre i componenti del suo equipaggio a divenire
migliori nello svolgimento delle proprie mansioni, che in questo caso
si traducono in aspirazioni e determinazione. Data la natura dei
personaggi coinvolti si crea un rapporto di duplice accordo basato
puramente sulla fiducia, perché il capitano di una ciurma non può
divenire il Re dei Pirati se il carpentiere non manutiene la nave, se
il navigatore non è in grado di portarlo alla meta e via
discorrendo. Ogni membro della Ciurma di Cappello di Paglia è
fortemente incoraggiato a credere nel suo capitano, perché egli
trascinerà con sé tutti coloro che gli avranno permesso di
raggiungere l'apice. Per quanto si parli di capitano ed equipaggio, è
chiaro che i componenti di questa ciurma viaggiano tutti di pari
passo, sostenendosi vicendevolmente durante cedimenti e difficoltà.
Tutte le
situazioni che ci vengono in mente dopo questa constatazione – dal
salvataggio di Robin, alla decisione di Chopper di divenire
volutamente un mostro – rimangono tuttavia nient'altro che
l'applicazione del discorso, in realtà originato ed esplicato nei
primi volumi del manga proprio da Luffy e Zoro.
Ci troviamo
al Baratie con l'obbiettivo di ingaggiare un cuoco abbastanza bravo
da permettere il corretto sostentamento del giovane equipaggio nelle
pericolose acque della Grand Line. Qualcosa va storto, però, e la
Grand Line viene a bussare direttamente alle porte della Going Merry;
quello che doveva essere la meta di un viaggio si presenta dinanzi
allo sguardo incredulo ma motivato di Zoro. L'esito dello scontro tra
Roronoa Zoro e Drakul Mihawk, lo spadaccino più forte del mondo, lo
conosciamo benissimo.
Nella
sconfitta, Zoro fa un giuramento che legherà per sempre spadaccino e
capitano fino al ritrovamento dello One Piece, mai dovesse avvenire.
Puntando al cielo la Wado Ichimonji, la spada che apparteneva a Kuina
e su cui fece già un giuramento per onorare e rispettare il ricordo
nonché la persona della compagna deceduta, Zoro promette a Luffy di
divenire lo spadaccino più forte del mondo affinché il sogno di
Cappello di Paglia non ceda per un suo fallimento. Reciprocamente,
non è un caso se l'intero equipaggio di Luffy viene contraddistinto
e riconosicuto dal cappello di paglia, oggetto e nome appartenente al
capitano grazie alla promessa fatta a Shanks, a testimoniare che
quando Luffy sarà diventato Re dei Pirati, tutto l'equipaggio avrà
raggiunto gli obbiettivi perseguiti durante il viaggio. Come Zoro
viaggia verso il suo sogno con "in pugno" la spada della
(duplice) promessa, anche Luffy porta con sé il cappello della
(duplice) promessa.
Scendere nel
dettaglio riguardo le logiche d'insieme di due membri della Ciurma di
Cappello di Paglia porta inevitabilmente a includere tutto
l'equipaggio nel discorso. Dobbiamo quindi analizzare a fondo alcune
situazioni particolari per comprendere la reale sintonia tra Luffy e
Zoro.
Dovessimo
prendere una situazione molto semplice citerei sicuramente il momento
in cui Luffy riemerge dalla piscina di Arlong Park e semplicemente
nominando Zoro, quest'ultimo capisce immediatamente che Luffy lo
scaraventerà per aria per salvarlo da Arlong. Sembra qualcosa di
poco conto, anche in considerazione del fatto che Zoro aveva già le
mani di Luffy ben strette sulle sue spalle, ma la stessa immediatezza
di pensiero non vi è, per fare un altro pensiero, a Drum, quando
Sanji suggerisce a Luffy di aggrapparsi alla sua gamba perché ha
intenzione di lanciarlo di prepotenza verso Wapol. In questa
situazione Luffy impiega un po' a capire cos'ha intenzione di fare il
compagno cuoco, eseguendo i suoi comandi per semplice fiducia. E non
accetto controbattute riguardanti il fatto che nella prima situazione
è Zoro a dover intuire, mentre nella seconda a farlo è quel brocco
di Luffy. E vi giustifico ciò con la mia carta prediletta, quella
con cui metterò definitivamente in chiaro l'intesa tra Luffy e Zoro.
Andiamo ad
Alabasta, durante la lunga traversata della ciurma attraverso il
deserto di Sandora compiuta affinché Bibi possa raggiungere Alubarna
e informare il regno delle informazioni di cui è venuta in possesso.
Dopo una breve sosta a Yuba, il gruppo riprende il viaggio ma,
inaspettatamente, Luffy si pianta a terra perché non gli va più di
aiutare Bibi. È una situazione che si protrae per due capitoli,
considerando che inizia nel finale del capitolo precedente a quello
relativo alla questione (165-166). In questa situazione, mentre tutti
cercano di far ragionare il proprio capitano, come se stesse
sbagliando qualcosa da principio, Zoro è l'unico a mettersi da parte
per riflettere. Su cosa è presto detto, dato che Zoro è l'unico del
gruppo capace di ragionare naturalmente e istintivamente come Luffy.
In quella situazione Zoro non stava facendo altro che ricomporre
silenziosamente lo scenario a cui assisteva senza le spiegazioni del
capitano che, una volta divulgate, guarda caso, permettono a tutto il
resto del gruppo di capire e condividere le ragioni e il messaggio di
Luffy. È una situazione che di recente mi ha colpito
particolarmente, ma non ha nulla da invidiare al ben più famoso
litigio tra Luffy e Usopp per discutere del destino della Going
Merry, scenario nel quale tutti cercano di far ragionare Luffy e
Usopp eccetto Zoro, che si mantiene nuovamente in disparte (se non
quando stuzzicato da Sanji, palesemente risentito dagli eventi) per
poi chiudere definitivamente la questione enunciando le qualità e i
doveri di un capitano per la protezione morale dell'intero
equipaggio.
Non voglio
assolutamente dire che Zoro sia sempre colui che comprende tutto o
che agisce sempre nel migliore dei modi, semplicemente la sua mente
marcia sullo stesso percorso di Luffy, riuscendo a tradurre le
apparentemente confusionarie azioni e parole del suo capitano per far
spesso da tramite a tutti i componenti della ciurma. La differenza
sostanziale che permette una vera distinzione caratteriale tra Luffy
e Zoro riguarda la disciplina, un elemento che ha intaccato i due sin
dalla giovane età. Infatti se Luffy ancora a oggi pecca di
un'istruzione di base, Zoro ha perseguito volutamente una strada che
lo mette continuamente di fronte a obblighi e doveri morali.
Appena
annunciata la Saga di Wano, sapevamo che la terra dei samurai sarebbe
stato il campo di battaglia decisivo di Roronoa Zoro, soprattutto
considerando che dopo il timeskip lo spadaccino non ha mai fatto
fronte a sforzi degni di nota. Oda ha quindi giustamente pensato di
introdurre la saga ambientata nella base operativa dell'Imperatore
Kaido con un'azione di Zoro che potesse sostituire il ruolo del
protagonista Luffy. Sorvolando totalmente le raccomandazioni di
Kin'emon riguardo il piano di copertura nella capitale di Wano, lo
spadaccino esegue un'esecuzione pubblica ai danni di un ufficiale
corrotto e scappa dal luogo in cui in realtà doveva avvenire la sua
esecuzione. Il gesto di Zoro è ovviamente facilmente giustificabile,
avendo egli percepito il vero colpevole di assassinio grazie alla
commistione di istinto e Haki. Un'azione che, come dicevamo, è
facilmente accostabile al modo di agire di Luffy, capace di mettersi
nei guai nelle situazioni più disparate, anche quando apparentemente
non poteva andar male nulla (ripenso, per fare un esempio tra tanti,
a quando la ciurma sbarcò a Nanohana, nel quale stanziavano
momentaneamente le truppe di Smoker, e Oda sfruttò la naturale
capacità di Luffy di mettersi nei guai per costruire diverse
situazioni comiche). Eiichiro Oda, tra l'altro, non si lascia
scappare l'occasione per rimarcare proprio in questa saga, qualche
capitolo dopo la mancata esecuzione di Zoro, l'affinità tra capitano
e spadaccino. Così, durante l'incontro con Basil Hawkins, Luffy
viene aggiornato da Zoro stesso riguardo le indicazioni di Kin'emon
e, mano alla spada, riprendendo le esatte parole del compagno,
dichiara che dovrà scusarsi col samurai perché non ha proprio
intenzione di evitare lo scontro. Tra l'altro, la precisa volontà di
Luffy e Zoro di volersi scusare con Kin'emon è indicativa del fatto
che i due sono ben coscienti e rispettosi delle parole dell'amico
samurai, ma in quei precisi momenti in cui hanno eseguito quelle
azioni "fuori programma" evidentemente non vi era altra
soluzione, dal loro personale e affine punto di vista.
Da questo
incontro si susseguono una serie di eventi che ricordano i primissimi
tempi del manga, tra avventure scanzonate e battaglie che davano più
l'idea di una rissa da bar. Lo stesso scontro con Hawkins risulta
divertente da seguire, tra Luffy che prende a pugni la gente
nonostante impugni una spada e Zoro che è fortemente offeso da tale
barbaro utilizzo. Anche l'arrivo nella città di Bakura richiama
fortemente i tempi in cui la ciurma faceva irruzione ad Arlong Park
oppure il momento in cui Luffy gridava a gran voce il nome di
Crocodile all'interno del casinò di Rainbase.
Non sarebbe
mia intenzione realizzare una parafrasi di tutte le azioni di Luffy e
Zoro a Wano, ma gli scontri a Bakura e il curioso legame che
intercorre tra Luffy e Tama e tra Zoro e Kiku risultano senza dubbio
degni di attenzione. È da notare come Zoro, grazie al suo istinto
guerriero indottrinato all'arte della spada, abbia capito
praticamente da subito come Kiku sia una valida guerriera a
dispetto di quanto dia involontariamente a vedere. Ciò ha generato
anche un'altra vignetta molto criticata della saga in cui Luffy e
Zoro non fanno nulla per impedire il rapimento di Kiku, quando il
primo semplicemente pensava che se ne sarebbe occupato Zoro (dato che
Luffy è molto più preso da Tama) mentre il secondo voleva (non)
dichiaratamente far uscire allo scoperto il vero animo da samurai di
Kiku. Difatti, una volta che la giovane samurai ha dimostrato il
proprio valore, lo stesso Luffy rimane incurante nel momento in cui Kiku viene
nuovamente rapita, ormai perfettamente cosciente che potrebbe evitare da sé
situazioni del genere. Nuovamente Luffy e Zoro si trovano in sintonia
nel loro ambiente naturale, il campo di battaglia, e l'unica vera
differenza è rappresentata dalla disciplina della spada, unica vera
motivazione che permette a Zoro di essere enormemente avanti rispetto
al suo capitano nella sacra patria delle spade.
Al momento
Luffy e Zoro si sono ricongiunti al resto della ciurma (non è vero, Zoro si è perso) e sarà quindi
nuovamente più raro vedere all'opera la sintonia dei gesti e delle
intuizioni di questi due differenti ma complementari guerrieri.
Questa splendida premessa di Wano ha permesso a Oda di
catturare l'attenzione dei lettori di vecchia data più attenti,
riprendendo uno degli aspetti che hanno caratterizzato il percorso di
Luffy e Zoro all'interno del manga. Inoltre, tra manifestazioni di
sumo e filosofie samurai, Oda ci ha permesso di assimilare la
bellezza dell'isola di Wano, così da poterci far vivere in prima
persona i disagi sofferti da Kin'emon e Momonosuke al loro ritorno
sull'isola.
Ehi Panda, che ne pensi di quel Kaidou accigliato che sostiene di essere "fissato" dallo spirito combattivo di Luffy (completamente svenuto)?
RispondiEliminaMi dici dove poterti seguire (social e non) oltre a qui?
Sei il migliore!
Puoi seguire il Laboratorio anche su Facebook, pagina "Il Laboratorio di Vegapunk". Da quando sono tornato ho anche aggiunto qualche collaboratore, quindi avrai modo di recuperare molti post e interventi interessanti.
EliminaDi Kaido e della scena che citi, tra l'altro, ne parlo nell'ultimo podcast che ho pubblicato su Spreaker. Mi puoi cercare sempre come "Il Laboratorio di Vegapunk", ma trovi tranquillamente il link anche sulla pagina Facebook.